L'alloro - Laurus Nobilis




L'alloro è una pianta della famiglia delle Lauraceae, che sicuramente molti di voi utilizzano in cucina per insaporire carni, fare intingoli ma, in realtà è una pianta dalla storia molto antica, dagli utilizzi oltre che "magici", fitoterapici.
Già nella antica Grecia era una pianta consacrata ad Apollo. Ci narra il mito Ovidiano che Dafne (diventata in italiano Laura dal latino Laurus che è di genere femminile) viene colpita da un dardo di piombo: metafora della psiche umana incatenata al proprio io e alle sue pulsioni, riluttante all'opera alchemica. Ma la sua resistenza non dura a lungo. "Mutami"  implora al padre Peneo "e toglimi questa figura che troppo mi fu cara". Ed ecco che a poco a poco Dafne perde sua natura plumbea trasformandosi in pianta. Da acqua corrente fuggitivi come piombo fuso - è figlia di una divinità acquatica - diventa pianta, ovvero aria, poiché ogni albero dalla vasta chioma è simbolo dell'aria. Quando Apollo l'abbracciò dicendo: "se non mi puoi essere sposa sarai il mio albero", Dafne cede infine al Dio, diventa aria impregnata di fuoco dello Spirito, "aureo crine", ovvero sapienza. Da quel momento Dafne-Laura vive nell'Aurora, nell'Intelletto vergine e Dafne-Sapienza converte a suo volta il cuore del poeta.
Proprio con l'avvento del culto di Apollo, la funzione di supremo ispiratore della poesia passò al dio solare, il quale divenne maestro delle muse, che tenevano in mano un ramoscello di Lauro. (tratto da Florario di Alfredo Cattabiani) 
Era anche simbolo di Vittoria e vaticinio (predizione di avvenimenti futuri) a Delfi soltanto la Pizia poteva masticare le foglie per stabilire comunicazioni con gli Dei e fare sogni premonitori.
Anche per i Romani era simbolo di vittoria, a partire da Cesare Augusto che celebrava i suoi trionfi, tenendone un ramo in mano e una corona sulla testa. Dopo di lui questa consuetudine divenne comune a tutti gli imperatori. 
Moltissime sono anche le leggende popolari più recenti, che vedono questa pianta straordinaria coinvolta per divinazioni, riti propiziatori o bruciandola per ricevere responsi. Nella campagna emiliana si traevano auspici sul raccolto futuro, bruciano foglie di Alloro, se il crepitio era vivace, il raccolto sarebbe stato abbondante.

Una pianta con tale simbolismo non può che avere virtù medicamentose 😍 andiamo a scoprirle. 

Le foglie e le bacche contengono olio essenziale (nelle bacche fino al 10%) costituito da: geraniolo, cineolo, eugenolo, eucaliptolo, pinene, terpineolo, dalle proprietà aperitive, digestive, carminative. Allevia le coliche  e i disturbi della digestione per le tensioni prodotte da aerofagia, aerogastria e fermentazione intestinale, è infatti stimolante e antisettico.

Sia le foglie che le bacche hanno azione diaforetica (stimolano la sudorazione in caso di febbre) e espettorante. Già Ildegarda ne promuoveva l'uso in caso di catarro bronchiale e tosse, consigliando l'assunzione di due punte di cortello di Lauro in polvere (ricavato dalle bacche macinate) più volte al dì con del pane di farro.

Per l'uso esterno, le bacche fresche sono utilizzate per preparare l'leolito di Alloro (nelle foto il nostro), dall'effetto antinfiammatorio, emostatico, astringente, prodigioso per curare i dolori articolari, ecchimosi ed ematomi.
Sul pelame degli animali può essere usato contro insetti e parassiti. 

Sempre Ildegarda usava massaggiare questo olio sulla testa in caso di mal di testa. 

Noi con questo oleolito faremo il sapone "di Aleppo" adatto a pelli delicate, a chi soffre di allergie e intolleranze.


Per ora vi abbraccio e vi auguro un felice fine settimana 💚❤️
Vale



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