Raccolte primaverili: il cardo mariano

Oggi voglio parlarvi di una pianta che proprio in questi mesi colora di viola le nostre campagne, il cardo mariano. Pianta solare, conosciuta ed utilizzata fin dall'antichità, Plinio il Vecchio (23-79 d.c.) ne consigliava l'utilizzo, mescolando il succo con il miele, per promuovere i flussi biliari. Anche santa Ildegarda, nel suo manoscritto "Physica" ne descriveva l'utilità sulle funzioni epatiche, e per uso esterno consigliava di spuzzare la tintura di cardo, in caso di flebite o vene varicose, sulla parte interessata attorno le vene infiammate più volte al dì.

Non mi soffermo sulla storia del nome o sulla mitologia che lo avvolge e che gli è valsa la fama di pianta sacra e antipestilenziale, perché diverrebbe un articolo troppo lungo, piuttosto voglio raccontarvene usi e proprietà.

Di questa pianta si usa praticamente tutto. 

Ricco di sali minerali quali: potassio, ferrorame, sodio, magnesio, zinco e calcio Di vitamine: C, E, K. Diventa un ottimo alimento. 

Le foglie quando sono giovani e tenere, private delle spine,  sono molto gustose sia crude in insalate che cotte, da sole o aggiunte alla misticanza. Il principio amaro che le caratterizza prepara ad una buona digestione. 

I gambi, un pò come quelli del carciofo, possono essere impiegati in moltissime ricette. Una volta puliti e sbollentati appena, giusto per togliere l'amaro, si possono stufare in padella con del brodo da aggiungere di volta in volta fino a che non sono teneri; oppure al forno con besciamella, parmigiano e una spolverata di pepe, o paprika piccante o come più vi piace; gratinati o in un risotto, stufati nel latte con noce moscata sale e pepe per accompagnare secondi di carne.

Il bocciolo del fiore si può consumare come il carciofo: trifolato a spicchi in padella, ripieno, sottolio...

Il fiore, ma in particolar modo i frutti (acheni) che erroneamente chiamiamo semi, sono ampiamente utilizzati, sotto forma di estratti secchi o tinture madri, in ambito curativo.

Il principio attivo principale, la silimarina contenuta appunto nei frutti, si è scoperto essere straordinaria, nella monografia al link ne parlo dettagliatamente, per disintossicare il fegato e in realtà l'intero organismo. Il suo potere disintossicante dalle epatotossine è vasto e profondo. Dalle intossicazioni alimentari, da farmaci, da alcool. Nella cura della cirrosi epatica, ma anche delle epatiti. Ha la capacità di aiutare l'espulsione delle tossine, inibire l'assorbimento delle stesse e rigenerare le cellule del fegato, la sua azione si diffonde anche a stomaco ed intestino, grazie alle proprietà antiossidanti rallenta i processi degenerativi, se ne studia l'utilizzo anche nel trattamento di tumori, dove sembra che sia in grado di impedire la diffusione delle cellule cancerogene nei polmoni.

Ovviamente nei casi sopracitati si assume estratto secco titolato e per quantità e dosaggio è bene rivolgersi al proprio medico o erborista.

Ma già una soluzione idroalcolica, che noi ad esempio prepariamo raccogliendo i fiori e lasciandoli in una soluzione di acqua e alcool a macero per un mese, riusciamo ad avere un prodotto che assunto a gocce in abbondante acqua, può essere utile per una buona prevenzione. Anche la tisana può essere uno strumento di prevenzione, raccolti i "semi" ne mettiamo un cucchiaio raso per bicchiere d'acqua, portiamo a bollore e lasciamo a decantare almeno una decina di minuti.

Le proprietà amaro-toniche contenute nel resto della pianta, hanno comunque effetto decogenstionante, migliorano la funzionalità epatica, aiutano contro problemi legati a fatica, depressione ed allergie alimentari. 

Grazie ai bioflavonoidi (fitoestrogeni) contibuisce al benessere delle donne, poichè regolano la produzione ormonale femminile, e noi sappiamo quanto il loro equibilibrio sia fondamentale ;)

Come sempre la Natura ci da ciò di cui abbiamo bisogno, nel momento opportuno. Primavera, periodo di disintossicazione generale dell'organismo, lei ci fa dono di questo alleato prezioso e largamente diffuso nel nostro territorio.

"Secondo un'antichissima credenza il cardo mariano permetterebbe di capire, in occasione della festa di San Giovanni, se un amore segreto sia corrisposto o meno. Bisogna coglierne uno in piena fioritura e, dopo averlo bruciacchiato, esporlo durante la notte della viglia in un bicchiere d'acqua: se si ravviva, l'amore ancora segreto è corrisposto." Alfredo Cattabiani - Florario

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